Vuoi insegnare il richiamo al tuo cane e non sai come fare? Ecco qualche semplice consiglio per ottenere la giusta obbedienza. Abituare il cane a tornare al richiamo è fondamentale per godersi delle passeggiate tranquille, senza paura che scappi e che si perda. E se Fido proprio non ne vuole sapere, si può chiedere aiuto ad un educatore cinofilo.
Quando si adotta un cane cucciolo ci sono almeno tre grandi questioni che ci si trova ad affrontare: la pipì in casa, i danni ai mobili quando resta solo, il richiamo per evitare che scappi. Il problema della pipì, per fortuna, tende a scomparire da solo dopo i primi mesi, tranne casi eccezionali. Quello dei danni, invece, può anche non verificarsi: non tutti i cani reagiscono alla solitudine allo stesso modo (qui un articolo sull’argomento). La questione del richiamo, invece, è particolarmente delicata, perché coinvolge l’essenza stessa del rapporto tra il cane e il suo padrone umano ed è importante che venga gestito bene e precocemente. Altrimenti, sono dolori.
Cane che non obbedisce al richiamo: un problema da affrontare subito
Un cane che non risponde al richiamo, infatti, è un problema. Se ci stai passando, lo sai bene. Lo è per almeno due buoni motivi, che hanno a che fare con la sua sicurezza e con quella di altri animali e persone. Immagina una situazione di questo tipo: parco, spazi ampi, qualcosa attira l’attenzione di Fido che comincia a correre verso un punto che tu magari fatichi addirittura a vedere. Se non lo richiami, in poco tempo sparisce dalla tua vista. E se non obbedisce al suono del richiamo? Il rischio di perderlo è molto alto, così come quello che si metta, senza rendersene conto, in una situazione di pericolo, come l’attraversamento di una strada trafficata. D’altra parte, un cane senza controllo, in un luogo pubblico, può diventare un pericolo anche per gli altri, anche semplicemente mettendo paura ad altri quadrupedi o a chi non ha molta dimestichezza con gli animali. E a te poi toccherà discutere.
Le regole della passeggiata perfetta
Perché il cane non risponde al richiamo?
A questo punto, però, una domanda bisogna farsela: perché Fido non dà retta? Come mai il cane non risponde al richiamo?
Dispiace dirlo ma molto spesso la risposta non va cercata in qualche particolare caratteristica dell’amico a quattro zampe ma in sé stessi. È dura da accettare ma nella maggior parte dei casi il problema non è il richiamo in sé, ma colui che lo mette in atto. Detto in altri termini: l’obbedienza non c’è dove manca una sana relazione tra cane e padrone. È il caso di quei proprietari che, durante la passeggiata, trascorrono tutto il tempo al cellulare o distratti da mille altri impegni, senza fidarsi mai il loro amico peloso. Ovvio che poi lui si crei il suo mondo da cui non è facile farlo uscire con un fischio.
È bene, però, non generalizzare. A volte, anche in presenza di una buona relazione, il problema del richiamo persiste. In questo caso, è possibile che il disguido si sia creato quando il cane era ancora un cucciolo e magari il padrone ha commesso degli errori nella gestione del richiamo. Ad esempio, se lo si utilizza solo al termine delle corse nel parco, Fido assocerà il richiamo ad una sorta di fischio finale che sancisce lo stop al divertimento e il ritorno a casa. E perché mai bisognerebbe dare retta ad un suono così triste? Altro caso abbastanza comune, altre volte, l’errore è quello di cambiare troppo spesso le modalità di richiamo (una parola, un suono, un battito di mani) impedendo a Fido di creare una vera abitudine. Il cane, infatti, deve abituarsi al richiamo come a tutte le altre cose della sua vita regolarissima.
Insegnare il richiamo al cane: qualche consiglio
Alla luce di quanto detto sulle possibili cause della disobbedienza di Fido, ecco alcuni consigli su come insegnare al proprio cane a rispondere al richiamo.
Armarsi di premietti, soprattutto all’inizio. Biscottini, pezzi di wurstel, croccantini, bocconcini saporiti. Va bene qualsiasi cosa che lo gratifichi e gli faccia capire che è stato proprio bravo a tornare dal suo amico a due zampe.
Fare pratica con un guinzaglio lungo. Bisogna lasciare al cane la giusta sensazione di libertà e ti permette di sperimentare il richiamo anche in zone aperte, senza pericoli di fuga.
Scegliere una parola o una frase breve e non cambiarla. Va bene il nome, magari seguito da un bel “vieni”, “andiamo” o “qua”. In alternativa, possono funzionare anche suoni, fischi e battiti di mani.
Pronunciare il richiamo in modo deciso ma non arrabbiato. Non bisogna trasmettere al cane una sensazione di rimprovero o di “fine dei giochi”, anzi, va invogliato a correre dal suo padrone con gioia.
Non andargli incontro e non rincorrerlo se non risponde o scappa. Altrimenti, gli si manda il messaggio opposto a quello che si vorrebbe.
Non punirlo una volta che è di nuovo vicino, perché non deve mai associare il ritorno dal padrone a qualcosa di sgradevole.
Non mostrare frustrazione o delusione. Sembra strano, ma Fido se ne accorge e non la prende bene.
Problemi con il richiamo nei cuccioli e nei cani adulti? Non è mai troppo tardi per un educatore
Con questi pochi ma basilari consigli, può rivelarsi piuttosto agevole abituare il proprio cane al richiamo, soprattutto se cucciolo. L’impresa può rivelarsi più complicata, invece, con cani adulti o che presentano delle problematiche specifiche. In questo caso, è utile farsi aiutare da un professionista e rivolgersi ad un educatore cinofilo per un corso base di educazione o anche per intervenire solamente e direttamente sul richiamo.
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